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      Et che 'l vice domino li disse l'andasse al loco suo, e lui rispose: questo è il mio loco, tirandosi a la via superior, zoè dil muro ch'è di sora, secondo l'uso di terraferma. Et el vice domino disse era suo il loco, perché representava la illustrissima Signoria. Or tandem, altercandosi di parole, esso retor, over il suo fameglio, messe man a una spada per dar al ditto vice domino, el qual have di gratia de intrar in una caxa. Et poi andoe dal ducha dolendosi di questa cossa, [371] el qual ducha era a taola e disnava, lamentandosi perché volleva scriver a la Signoria, et che 'l ducha lo havia pregato non scrivesse che li provederia. Et bandizò quel rector di terre e luogi soi senza altro. Ma inteso questa, a dì sopradito, che era domenega et reduto il gran consejo, li cai del consejo di X volevano chiamar il consejo di X et proveder a questo; ma per l'hora tarda indusiono al zorno seguente. Et cussì, con la zonta, el preditto Zuam Francesco da Cesena homo temerario a far tal novità, fo bandizato di Venetia e dil destreto e di tutte terre e luogi nostri e navilii armadi e disarmadi, et chi 'l prendeva e conduceva vivo in le forze di la Signoria, haver dovesse ducati 1000 d'oro subito dai cai dil consejo di X; el qual debia morir in la prexon forte, et se di preson fuzisse, quello el prendesse iterum havesse diti ducati 1000, et poi sia impicado per le cane di la golla nel mezo le do colone ita che 'l muora. La qual taglia fo publicata in Rialto a dì 3 novembrio, et a Ferara.
     
      In questi zorni, el ducha de Milano mandò in questa terra per passar con gripi a Corfù e andar al Signor turcho, uno suo ambasador chiamato domino Angelo da Lavelo.


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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 756

   





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