Rispose:
io, vedendo quella esser morta e lacerata, l'ō manzata." E il pastor li disse a quel suo amico: "Tanto mi valea che l'avesti lassata manzar al lupo, come haverla manzā ti." Ergo etc. Questa parabola fo ben intesa in collegio, che diceva assā nostri non tolesse Taranto, sotto scusa che se vollevano dar a' turchi.
[378] Et zonti in questa terra li ditti oratori tarentini, tutti parlava, dicendo la sua opinione, et universalmente tutti volleva tuorlo. Nč sė volevano lassar venzer la ragion che non potevano justa la forma di capitoli etc. chome fono scripti di sopra. Et per haver consultation di jurisconsulti, la Signoria mandoe per domino Johanne Campegio lector primario in jure nel studio di Padoa, per intender la sua opinione zercha a dicti capitolli, utrum potesseno sine injuria alicujus tuor Taranto, sponte a nui offerto como terra de' francesi. El qual disse largamente la sua opinione: che di jure li capitoli non astrenzevano ad alcuna obligatione, stantibus his a non tuorlo, et che 'l volleva disputar con chi se voglia che se poteva acceptarlo, mantenendo la fede promessa.
Hor questi oratori solicitando la risposta, li padri di collegio, chiamato il conseglio di pregadi, consultono quid deliberandum erat in hac materia, havendo prima scripto di questo a tutti i collegati, maxime al re di romani che era in Italia a Livorne, et al ducha de Milano. Et etiam scrisseno al re don Fedrico, el qual, da savio respondeva, et cussė feva dir al suo saputo orator Spinello existente in questa terra, che la Signoria el dovesse tuor, et che era certissimo gelo renderia poi volendo mantenir la fede promessa, et che la illustrissima Signoria era savia et sempre stata di una parola, a la qual havia infinite ubligatione.
| |
I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 756 |
|
|
Rispose Ergo Taranto Signoria Johanne Campegio Padoa Taranto Italia Livorne Milano Fedrico Spinello Signoria Signoria
|