Et lassò do soli figlioli, uno chiamato Maximiliano ch'è conte di Pavia, di anni zercha ... e l'altro Sforza di anni 3. Et ditta duchessa vixe col marito anni ... La qual morte el ducha non poteva tolerar per il grande amor li portava, et diceva non si voller più curar né de figlioli, né di stato, né di cossa mondana, et apena voleva viver. Stava in una camera per mesticia tutta di panni negri, et cussì stete per 15 zorni, et che in questa note instessa che la duchessa morite caschò a terra li muri dil suo zardin, non hessendo stà ni vento ni terramoto, el qual da alcuni fo tolto per mal augurio. Et d'indi esso ducha comenzoe a sentir de gran affanni, che prima sempre era vixo felice, et non volse che niun de li oratori andati a la sua presentia si dolesse, né facesse segno de mesticia; ma dovesseno parlar di cosse di stato etc. et dolersi con il conte di Cajazo et domino Marchesino Stanga, i quali nomine suo fevano le parole a li oratori. Et le exequie honorifice in Milano et per tutte le sue terre fono facte, et fo sepulta in la chiesia di Santa Maria di Gratia dil hordine di frati predicatori, dove ardeva, dì et nocte 100 torze per alcuni zorni, et fino al trigesimo zorno ordinò fusse dicto 100 messe ogni zorno per l'anima sua, et tuta la corte levò pani lugubri, et il suo orator qui existente, etiam quello di Ferara, levono mantello etc.
Item, per ditte lettere di Milano, se intese el ducha aver fatto le mostre in Alexandria di la Paja, e trovarse fanti alemani 1600, et a le frontiere homeni d'arme 800.
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I Diarii
Tomo I - parte prima
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 756 |
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