Et perhò veneno con una galia nostra sopracomito Antonio Loredam per fino in Istria, poi de lì con barche navicono in questa terra, videlicet monsignor di Barbiam capitano. Questi, andati a la Signoria, dimandono che li fusse donato ducati 3000 danari da poter andar in Franza: a la qual richiesta sub ridendo, el principe [535] rispose che si maravigliava a udir tal parole, maxime havendosi acordato col re senza aspetar, et avanti giongesse il secretario nostro de lì, el qual veniva con promisione di farli dar molto più danari dal re Fedrico di quello lhoro si acordono, et per tanto che non erano per haver nulla; tamen, li saria fatto bona compagnia in le nostre terre. Et questi, stati alcuni zorni in questa terra, abuto salvo condutto dal ducha de Milano, ritornono in Franza; et zonti a Turino, chome per lettere di Marco Zorzi orator nostro era ivi, se intese che molto si laudavano di la bona compagnia li havia fatto nostri.
Da Ravena, per lettere, se intese come Marin Zorzi doctor, andava orator nostro a Napoli, a dì 1.° marzo era de lì partito et andava per la via di Romagna, benché etiam le strade non fusseno molto sicure. Et andoe poi a Brazano in le terre di Orsini dove si ritrovava in rocha el ducha di Urbino preson, et con quello nomine Dominii parloe, et andato a Roma, demum zonse a Napoli a dì 28 ditto, come più difusamente di sotto sarà scritto.
In Istria era zonto, assà navilii de formenti venuti de Sicilia, adeo comencioe a venir a Veniexia bon merchato di formenti, et callò alcuni soldi el ster, adeo valleva l. 5 s. 14 el staro, che prima valleva l. 7 et più et non ne era compradori.
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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1013 |
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