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      Da Lion non se intendeva gente alcuna si movesse.
     
      Item, di le parole facte per domino Baptistino con il cardinal San Piero in Vincula, et che li francesi che andavano a l'impresa di Zenoa andavano mal volentieri, perché dubitavano non fusseno tagliati a pezi; che nel campo nostro aspectavano fra pochi giorni 3000 fanti, et gionti che lì sarano, ad ogni modo anderano avanti per expedir la impresa de Novi et Ova, che erano do castelli tenuti per i nimici.
     
      Da Faenza, come intisi da Vicenzo di Naldo habitante in questa terra et capo di parte di la Val di Lamon, che per lettere havia de lì, che in Faenza era grande carestia de formenti et non se ne trovava, né in la terra ne era, adeo che, a dì 26 dil passato, era seguito certo rumor lì per questo. Et che stevano mal faventini senza la protetione di la Signoria nostra, et che li amichi di quel castelam comenzavano a voller udir quelli erano marcheschi. Conclusive, volentiera ritorneriano come prima racomandato quel signor a' venitiani; ma non sapevano a che modo. Et che, essendo in questi giorni fatto certa rimesta di bombarde a Ravena, quel castelam dubitava non fusse contra Faenza, et non sapeva che farsi; ma fé far assà stera di pan, et fornite il castello. Tamen, la Signoria non si pensava di Faenza, non che mandarli a far danno, imo l'horator faventino venuto nuovamente in questa terra, chiamato domino Cabriel Calderon, uno di sei che governa quel stato et amico dil castelan, era in [538] questa terra et vene per dimandar danari di la paga dil signor, ch'è ducati 800 per paga, partendo ducati 8000 a l'anno.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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