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      Pur, che messe li fanti in la terra, et che misier Baptistin li mandò uno trombeta in la terra a dimandar che si rendese, e pareva volesse far fatti d'arme sopra quella pianura, diffidando li nostri. Et che il conte preditto rispose era contento, ma che di la terra averla non si pensase. Et che, a dì 15, hore 4, avanti zorno, si levono i nemici de lì dove erano alozati, e abandonò i logeti presi, et si drezò verso [561] Seva. Et che esso conte havia laudato molto il proveditor nostro e le galie di la Signoria, dicendo erano state quelle havia salvà Zenoa et quella Riviera. Et rechiese che li 200 alemani li metesse a Nori et aspectorono uno mio lontan, et cussì fece ditto proveditor, e trovò lì più di 30 lauti, et messe li fanti in terra a Nori.
     
      Et dapoi, have lettere da dicto conte di Cajazo che esso proveditor dovesse far ritornar li fanti su le galie e li conducesse a Saona, perché horamai più non bisognava a Nori. Et che a Saona era Thodaro Paleologo et Nicolò de Nasin con li 300 stratioti nostri li fono mandati di campo, et che cussì fece esso proveditor che menò li fanti in Saona e dismontoe etiam lui in la terra.
     
      Item, che haveano, inimici esser a Seva, in crosiera di calarsi o lì a Saona, o Arbenga, o a Final. Che credevano starano lì fino a dì 5 april, perché a quel tempo compie la paga data a' soi soldati et fanti francesi.
     
      [1497 03 20]A dì 20 ditto, vene lettere di Roma. Come el pontifice, a dì 16, era andato a Hostia in compagnia de quatro cardinali, et havia diligentemente visto il tutto, et lì stè tre zorni, poi ritornò a Roma.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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