Et cavalchono per la vale d'Arque de Monferà, pasando un fiume a guazo in molti lochi alto ut plurimum a mezo il corpo di cavali, et per lochi streti, montuosi, con assà fangi. Et cavalchono fino a mezzanotte, tandem zonseno a un castello di quelli del Careto nominato Ponte, dove pocho avanti era zonto el signor Galeazo e Frachasso con cavali lizieri cercha 400, tra stratioti, italiani e ballestrieri a cavalo lhoro e dil conte di Petigliano, et con li nostri stratioti erano in tutto cercha 550 cavali lizieri. Fanti ne era pochi, quali vene el dì sequente, tra todeschi e taliani, cercha 200. Et la matina a bona hora se partino de lì et andono mia 5 a uno castello chiamato Spin de' zenoesi, di juridition de Milam, qual un zorno avanti el Triulzi et Vincula, a nome dil roy di Franza, lo havea preso. Et gionti lì a terza e presentati, li franzosi era dentro cridando arme, arme usite fuora con cavali 12, e vedendo nostri esser grossi, se ritirono dentro facendo serar le porte, et loro se reduse a la rocha, la qual hè fortissima sopra uno saxo in alto. Et li homeni di la terra, vedendo nostri, fonno a parlamento, e tandem per spacio di una hora se rese li francesi erano lì cercha 30, fra i qual 12 cavali in rocha. Et nostri introno dentro cridando ducha e Marco, et fono acetati et alogiati in la terra gratiosamente et fatoli bona compagnia. La qual terra de Spino è situata sopra un colo saxoso, con montagne atorno et fiume guazoso a' lai, con la rocha in cao di la terra molto più alta e sopra un saxo con le mure altissime.
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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1013 |
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