Or non si curando di far altro ma vegnir via, el proveditor disse: "Comanda v. s. dapoi che vi par de non poder aidar questo castello." Lhoro risposeno volevano tornar indriedo e andar a Ponte per hora, e poi deliberaremo quello se haverà a far più oltra, ma che era bisogno andar a Sace in loco sicuro, perché i nemici li potevano serar i passi di Monferà. Et el proveditor disse: "v. s. guarda dove è mazor pericolo, o da driedo o da nanzi, che io resterò lì." Et ringratiato e laudato assai, disse l'andasse come li piacea, el qual elexe di romagnir da driedo. E andono fino al Ponte, mia 5 lontano, et passato per il castello nimico di Montebaldo et volendo alcuni stratioti andar avanti, li feva star indriedo acciò prima tutti li ducheschi havesse passà certe aque a guazo. Et zonti al Ponte, se afermò, e iterum consultono si se dovea restar lì o andar più di longo. E deliberano di andar a Sace, et cussì cavalchono tutta quella notte, pasando passi streti de montagne, de fiumi a guazo, et se à negà pur qualche fante, et qualche cariazo si perse perché l'aqua dava a li cavali grossi fin a mezo il corpo. Et cussì passato 6 volte a guazo, cavalchando per lochi saxosi, aspri, streti e fangosi, zonseno a Sace a meza hora de dì. Et il proveditor di stratioti rimase lì, et li ruberteschi andono in Alexandria quel zorno. Et Sace da Spin è lontan zercha mia 30. Et ancora in quel zorno, esso proveditor andoe al Castelazo da li proveditori notificandoli il successo, et che con ruberteschi mai si haria honor perché voleano far ogni cossa a suo modo etc.; et come fo dato la bataglia a Spin per li ballestrieri dil conte di Petiano, et ne fo morti uno et feriti de li altri, zoè di quelli erano in la rocha perché non si sapeva, ma pur fo feriti.
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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1013 |
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