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      Come stevano cussì senza far nulla fino il tempo di le trieve, et che haveano lettere da Zuam Mato et Gorlin da Ravena contestabeli nostri quali erano sul zenoese stà mandati con 500 fanti overo provisionati, come ho scrito di sopra, dove etiam si ritrovava el conte di Cajazo. Che dicti fanti nostri erano andati a uno castello vicino a Ceva el qual era feudo dil ducha di Orliens, et erano intrato in li borgi e fatto de [605] gran butini, et che li vene contra alcuni fanti paesani et fono a le man, de li qual ne fo presi et morti cercha 200, cossa che ritornava in gran laude di la Signoria nostra. Et che più di Zenoa né di quella Riviera non era da dubitar; tamen stevano con custodia.
     
      In questo zorno, se intese la nave di Priamo Contarini, veniva di Alexandria per andar in Barbaria, di botte ... con partido de' mori, a li scoy de Tripoli era rota, e cussì fo.
     
      In questi zorni, zonse sora porto molte quantità de formenti, cercha stera 50 milia, parte venuti de Cicilia et parte di Turchia, et però vene bon merchato di formenti. Tamen, per tutto universalmente era stato gran carestia, et si non fusse stà la Cicilia, mal si haria fato.
     
      Da Fiorenza, vene in questa terra don Piero Dolfim frate di San Michiel di Muran et general di l'hordine camalduense et patricio nostro, el qual fa la residentia sua a Fiorenza. Et andato dal principe, referite molte cosse di quella terra, et in la extremità la si trovava, et che erano disposti patir ogni affanno per rehaver Pisa. Tamen, haveano guerra, fame et peste et seditione.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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