Amen utinam, Amen, Amen. Et tristitia tua atque filiorum tuorum revertatur ad gaudium.
Chome Piero di Medici andò su le porte di Fiorenza,
[1497 04 28]A Fiorenza acadete, a dì 28 april, che Piero di Medici, havendo in la terra qualche intelligentia, havendo con si zercha cavali 500 et 2000 fanti dei Orsini et Vitelli con qualche senese, se ne vene di longo verso Fiorenza. Et a dì sopraditto, arivoe a le porte, et stete a porta Romana da hore 13 che arivoe, fino a hore 22, che fo 9 hore. Et si credeva che la sua parte in la terra dovesse far qual movesta et chiamarlo dentro perhoché si oferiva a molte cosse, maxime mantegnirla abondante di biave, et che valeria un certo precio bono che li limitoe. Ma in Fiorenza niuno si mosse. La qual cossa Piero vedendo, si partì et tirossi a la Certosa, et lì stete tre zorni, poi andò a Siena, et le zente se disfantoe, perché non havea danari da tenerle. Et fiorentini, reduto la signoria, volseno proveder. Feno do comissarii, Brazo Marteglii et Guglielmo de' Pazi, i qualli, con molti paesani dovesseno andar da una parte, et il conte Ranuzo di Marzano con alcune zente da l'altra banda, per veder si poteva metter Piero di mezo.
Item, redopiono la taglia a chi l'amazava, perhoché prima havia di taja ducati 2 milia, al presente ge la messeno 4 milia, o vivo o morto. Per la qual cossa, el povero di Piero si tirò a Siena come ho dicto, et Juliano suo fratello, che era a Milano, inteso Piero aproximarsi a Fiorenza si partì de Milano et vene a Bologna, dove restoe vedendo non esser reussito il pensier, et l'altro fratello cardinal era a Bologna.
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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1013 |
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