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      Or dicto pisano fue posto in prexon in fondi di una torre, poi fatoli cavar li ochii, et demum tagliatoli la testa; et fo divulgato esserli stà facto per haver straparlato. Tamen, la verità fu per esser fiorentini inimicissimi di pisani. Ma tuta la spene de' pisani era in la Signoria, et li fo mandato in questi giorni ducati 4000, i qualli li ebbeno.
     
      Item, come era zonto de lì in quel zorno, a le Foze, la nave di Bernardo Memo, carga di formenti di Cicilia con stera zercha 7000, la qual venuta fo bona per pisani. Et pisani atendevano ad asunar le biave, zoè quelle poche erano stà seminate, facendo bona guardia a la cità. Et accidit che uno condutier nostro, chiamato Piero Chieregato, vicentino, di età di anni 24, el qual havia 80 cavalli, ritrovandossi de lì in Pisa, morite, chi diceva di peste et chi di stracho, perché era inamorato in una dona pisana, et per questo mai di Pisa si era partito. Stete amalato zorni 10. Et Filippo Albanese mandò uno suo in questa terra con lettere di recomandatione dil prefatto proveditor nostro, a dimandar il governo di la ditta conduta Chieregata era de lì a Pisa. Quello seguirà, l'intenderete.
     
      Da Milano. Continuamente veniva lettere di Marco Lippomano orator nostro, adeo era laudata la solicitudine sua. Et perché era di pratiche et consulti, non acadendo a farne mentione, mi passerò breve. Pur che 'l ducha deva danari a le sue zente, et che el signor Antonio Maria di Sanseverino era accordato di volontà dil ducha de Milano capitano di senesi, et li davano ducati 15 milia a l'anno.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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