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      El presente, non hessendo cussì, è da judichar habbi a seguir qualche gran cossa. Tamen, niun si mosse. Ben è vero che feno fiorentini queste provisione, che mandono per tutte lhoro gente d'arme, le qual veneno a star preparate vicino a le porte, acciò, se niun si havese dil populo mosso, con ditte zente havesseno timore. Ancora, mandono per il conte Ranuzo di Marzano lhoro governatore generale di le zente d'arme, che era alozato fuori di la terra a le stantie, che dovesse vegnir dentro. El qual mandoe a dir a la signoria che non voleva vegnir, dubitando di novità facesse il populo, al qual non era possibile resister: siché non vene. Unde, chome intisi, alcuni in Fiorenza l'hebe a malle, et si credeva havesse etiam lui intendimento. Quello seguirà, scriverò. Ancora fiorentini, a dì 22 che seguite il caso, feno molta zente vegnir et star con guardia a le boche di le strade intravano sora la piaza, perché dubitavano etc. Tamen, niun si mosse, per esser il populo di Fiorenza molto ville. Et non voglio restar da scriver, chome, a dì 21, che fo il zorno che fo dato la sententia che quelli 5 dovesseno morir chome rebelli, era in Fiorenza uno [726] secretario, over segno dil ducha de Milano chiamato Paulo Somencia de Cremona, el qual andoe a la signoria dicendo che vardasseno ben quello che facevano, et che a procieder contra la privation di la vita, maxime di tal huomeni, era da far bona consideration. Or fiorentini risposeno che haveano abuto a caro questo ricordo, et che venisse il zorno driedo che li risponderiano.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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