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      Li respuxi: "Barbeta, di' al tuo capitano, che atrovandomi ne loco dove mi atrovo, faria scriture et tutto quello che loro volea per haver la deliberation mia con tuti; ma dapoi la verità sempre sarà cognosuta per tuto." Diseme: "Hor adoncha tu non vol far chiareza alcuna, né dir che la colpa è stada tua? Non sa' tu ben, che tu non hai volesto callar? Non ti bisognava haver tanta superbia. Dovevi far el debito tuo ad honorar el tuo mazor et più potente." Li respuxi: "Ben è vero che non posso in altro esser imputado si non in questo solo, che essendo fusto solo contra vele 9, et loro essendo de assai più forza de mi, per questa timidità doveva callar; ma questo non l'averia fatto per honor de la mia Signoria, de haver fato honor a persona non cognosuta per mi, né se à volesto dar a cognoser, in modo che io non podeva pensar altro si non male, come hè intervenuto." Hor dapoi, el dito capitano me fece dir queste altre parole: "Patron, tu sai de quanto momento esser al mio Signor uno di questi suoi janizari, li quali sono più di 17 milia, et io son capo di loro. Li hano molto a chari. Apresia più una testa loro che cento milia ducati. Tu me n'ài morto più de 40. Che me respondestu a questo? Io per me non so che scusa poso trovar con el mio Signor, né quello li posso dir." Li fexi responder: "Capitano, eri tu me festi dir che di quanto [731] era stà seguito dovea esser cussì, per esser scrito nel fronte. Questo te dico, che essendo scrito in fronte che questi janizeri dovesse morir in sta bataglia, non se puol andar contra el voler de Dio.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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