Et cussì feno, et vadagnoe el priexio uno Julio di Averoldi citadin brezano. Et a dì ultimo avosto, el conte di Petigliano andoe a Brexa per meter ordene al suo andar incontra di la regina e a la giostra. Et essendo in palazo dil capitano, soprazonse lettere di l'orator nostro a Milan e di misier Galeazo di Sanseverino, come el voleva venir a honorar questa iostra, e mandò un suo messo per preparar li alozamenti. Vien vestito a la todescha con cavali 80, et 30 zenthilomeni di primi de Milano con 4 cavali per uno, che son cavali 200. Alozarà la sua persona a caxa dil conte Zuam Francescho di Gambara etc.
Dil mexe di setembrio 1497.
Vedendo venitiani chome in Calabria uno spagniol, el qual con don Consalvo Fernando contra francesi in reame havea militado, chiamato Petro Navara, et da poi scaziati francesi venuto a Napoli, facto richo armoe uno galion et 2 fuste, et dete tamen piezaria di non danizar la liga, tamen voleva andar in corso. Al presente, par che dicto corsaro, vedendosi bel getto, maxime per li navilii veniva de Sicilia cargi di formento, si messe a danizar cussì amici come nimici, et con ajuto di francesi, overo anzuini di uno loco in Calavria che ancora si tien per Franza, chiamato la Rocela, nel qual luogo ha recapito, fece molti danni sul mar. Questo fu quello prese el maran di Andrea Loredam, che le galie di Barbaria lo recuperoe, tamen era sfondrato et andoe a fondi. Prese etiam un'altra nostra nave, patron Zuam Fachin, di botte 250, sopra la qual el dito Andrea Loredam haveva duc.
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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1013 |
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