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      Come scripsi, se intendeva il re dovea vegnir con 300 homeni d'arme, 6000 sguizari et altre generatione di zente. In tutto pareva havesse a vegnir più di 30 milia persone con lui; ma nulla di certo si sapeva, et le vie di andar di là da' monti per non esser segure di andarvi italiani, non erano segure, siché non se intendeva ad plenum, nisi per exploratori, videlicet particular amici che in la corte di esso re si ritrovava.
     
      Di Savoja, letere di Bertuzi Valier orator nostro. Come il ducha Philippo era pur a Susa, et stava mal di la febre havia, et non poteva varir, licet ai monti fusse andato. Et deva la cagione a non comportarli quello ajere; ma volleva andar a star nel suo stado di là da' monti, dove era asueto habitar.
     
      Item, advisoe quello de lì se intendeva di le cosse di Franza. Non havea ancora esso orator abuto l'hordine che fo decreto, zercha a dover seguir il ducha di là da' monti, chome li fo scrito.
     
      Di Elemagna. Letere di Zorzi Pixani doctor et cavalier, orator nostro, date in uno loco vicino a Yspruch dove si ritrovava el re di romani, el qual re non volleva mandar li do oratori in questa terra in materia de Goricia, perché haveva meglio pensato che di brieve ivi da sua majestà si adataria quelle diferentie, inferendo con danari si conzeria il tutto.
     
      Non voglio restar di scriver come, in questi zorni, se intese che sopra il Zante, navegando le galie nostre de trafego al suo viazo, trete una sayta ne l'arboro di la galia patrom Zusto Guoro, et quello sfesso un pocho, et amazato 6 homeni di la dicta galia.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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