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      Questo ho scrito a memoria.
     
      A dì dito di questo mexe di septembrio, gionse in questa terra uno ambasador dil marchexe di Monferà con letere credential dil signor Costantini Comino, el qual quel stado governa, chiamato dicto orator domino Urbano de Alba cavalier. Et a dì primo octubrio, di domenega, andoe a la Signoria a l'audientia, et expose chome el suo signor marchexe, governato dal signor Constantin Arniti, volleva esser, come sempre era stato, bon fiol di la [799] illustrissima Signoria nostra, et non aderirsi a' francesi perché sono boni italiani. Et altre cosse secrete tramoe per far benivolo quel stato di Monferà, et devoto a questa Signoria. El dicto orator stete in questa terra zercha mexi 6, et poi tornoe a Caxal.
     
      [1497 09 28]A dì 28 septembrio, per letere di Levante, se intese le scalosie di la Grecia dil Signor turcho erano aperte a trar formenti, che fino hora erano state serate. Siché fo buona nuova. Tamen, li formenti erano su li soi precii, et dirò cussì, questi tre anni son stà boni per citadini ha le possession, per caxom de carestia.
     
      In questo mexe di septembrio, nel consejo di pregadi, fo preso parte di affictar, a chi più offeriva, tutte le possession dil Polesene di Ruigo ch'è di raxon di la Signoria nostra, che fino questo tempo, da poi che 'l Polesene fu aquistato, era stà seminate, et scosse le intrade per la Signoria nostra. Et era tre patricii sopra dicto Polesene a questo tempo, Jacomo da Molin doctor, Lorenzo Capello et Nicolò Dolfin. Et fo preso in la parte di affitarle, che se intendesse che zenthilomeni nostri non le potesse tuor ad afficto.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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