[1497 10 09]Et a dì 9, vene letere di Francesco Nani baylo et capitanio di Corfù. Notifichava aver avisi di la Porta che turchi haveano auto una gran rota da li prediti polani et vlachi etc., presi et morti 5 flambulari. Et per altre vie, se intese esser stati roti et morti turchi 20 milia. Per le qual novità, el Signor era in gran spavento, et renovava il ... a le sue zente, perché il voleva andar in persona in campo. Et chome per letere di 18 septembrio di Pangrati Zustignam provedador al Zante, se intese chome quelle scalosie erano averte per trar di formenti. Questo fece acciò potesse haver di li formenti danari ancora. Et che uno sanzacho ivi vicino, li havea scripto [801] che l'era contento mandasse a cargar navilii de formenti, che prima sotto gran pene non si poteva cargar. Ma in rei veritate, le dite scalosie non erano averte; ma turchi andati a la Porta, per esse medeme erano aperte, perché bisognava danari. Non perhò che fosse aperte che chi volesse cargar potesse, imo intisi el Signor haver fato grandi editi che niun non portasse altro formenti de lì se non a Constantinopoli. Conclusive, questo anno, judicio omnium sarà carestia di biave.
     
      Di Alexandria letere. Le cosse più in garbujo che fosse mai. Et di Cyprio. Morti molti patricii et mercadanti nostri andavano in Soria, et questo perché in Cypri era pessimo ajere, per caxon di la Costanza la qual era piena di aqua. Et a Damasco, over a Baruto, si moriva assai da peste, et Beneto Sanudo consolo nostro pur si stava aspectando che il sol intrar dovesse in lion, che propinquo era, nel qual tempo ogni gran morbo che fusse suol statim cessar.