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      Et zà havia scripto el papa in Spagna che 'l suocero di ditto ducha venisse con zente a Roma, et doveva vegnir. Unde, per questo, Orsini, dubitando di perder il stado, scrisseno al conte di Pitigliano, era nostro governador zeneral alozato a Gedi in brexana, che venisse in loro socorso. El qual scrisse a la Signoria dimandando licentia di andarvi a difender la caxa sua Orsina et il suo stato. Ma nostri non volse si partisse, et scrisseno a Roma a Hironimo Donado doctor orator nostro che dovesse notifichar al pontifice come non era tempo di far movesta contra Orsini, et che la Signoria tolleva il loro stato quasi in protetione per causa dil conte di Petigliano preditto. Unde el papa convene desister e far novo desegno. Et etiam per questo cinque cardinali vollevano ussir di Roma, et il cardinal Ursino era in Rocha Suriana, et el pontifici lo mandoe per avanti a chiamarlo venisse a Roma. Rispose non volleva vegnir; ma che lo aspectava in Rocha Suriana predicta. Et Carlo fiol bastardo fo dil signor Virginio Orsino andoe in questi giorni in Franza, et el signor Zuam Zordam fiol legitimo era a li soi castelli a Brazano etc.
     
      Ancora, per lettere di Roma, se intese come el cardinal di Parma stava molto mal. Havia una egritudine incurabile, et era stato in una angossa hore ... unde tutti credeva fusse morto, et poi revene. Et che il pontifice dete li soi beneficii a suo fiol cardinal di Valenza, che era per più de ducati 12 milia [828] de intrada a l'anno. Et tamen, era ancor vivo. Quello di lui sequirà, scriverò di soto al loco suo.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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