Et poi andoe al suo rezimento.
[1498 01 05]A dì 5 ditto, per lettere di Pisa et di Bologna di Antonio Vincivera secretario nostro. Come per avisi di Fiorenza, se intendeva che fiorentini se ingrossavano molto forte, et haveano ordinato di far per le comunità di le soe terre et castelli più di 10 milia fanti paesani, et al tutto voleano recuperar Pisa. Per la qual cosa, pisani molto se ricomandavano, dimandando ajuto. Ancora, se intese che fiorentini haveano fato decapitar uno citadino chiamato el Cesino, richo, el qual era stato fator più de anni 40 di la caxa di Medici; et fato morir uno famegio che fo di Zuam de Campi, retenuto zà molti zorni.
Item, che fiorentini haveano messo uno balzeto, over colta, su lhoro citadini, per il qual recuperavano ducati 125 milia. Et perché li citadini non haveano cussì li danari presti, haveano trovato merchadanti che li serviva di contanti a raxon di 15 per cento, a restituirli in termene di 8 mexi.
Item, che pratichavano di condur a' lhoro stipendio Vitelozo Vitelli di Civita di Castello e gli altri vitelleschi, et che per Fiorenza si ragionava che aspectavano di breve monsignor di Obignì, el qual di Franza a Fiorenza dovea vegnir. E inteso queste cosse, nostri, più galgiardi cha mai in ajutar pisani, [851] unde, li fo mandato danari, et subito expedito Gorlim che vadi a far ivi li provisionati. Et pocho da poi, Martinel di Lucha e gli altri. Et mandato a far li schiopetieri et mandarli, come dirò di sotto. Et Francesco de la Zuecha secretario nostro, stato mexi ... a Pisa, con licentia di la Signoria si partite di Pisa et ritornò in questa terra, et zonse a dì 22 de l'instante.
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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1013 |
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