Etiam la fameglia dil reverendissimo cardinal S. Maria in Portico, che tunc era a Padoa et habitava in l'Arena. Et poi tornati in chiesia a li remitani, per Valerio da Pesaro fu recitata l'oratione funebre, comemorando inter caetera che questo pontifice lo voleva far cardinal etc. In questo mezo, el capitolo di Ceneda, dicendo haver privilegio de poter lhoro elezer lo episcopo, elexeno Bernardim Marzelo patricio nostro, el qual era secular et huomo molto da bene. Et cussì comparse a la Signoria, rechiedendo fusse scrito a Roma che 'l pontifice volesse prononciarlo. Et cussì fo posto la parte in pregadi, et non fu presa, pur per collegio fo scrito. Ma prima, a Roma, inteso tal nova, el pontifice dette dito vescoado et poi lo prononcioe a dì 24 in concistorio a domino Francesco Brevio auditor di rota di natione padoano, era lì in Roma et fidelissimo nostro, per il qual piui volte era stà scripto per la Signoria al papa in sua recomandatione. Siché dicto Brevio fo fato episcopo di Ceneda, el qual vescoado val ducati mille et ha mero et misto imperio a Ceneda, et autorità di conferir molti beneficii. Et cussì poi per pregadi li fo dato il possesso.
Non voglio restar da scriver, come in questo mexe fo uno crudelissimo inverno di neve et giaze et gram fredo, adeo si agiazò le lagune che non si poteva ussir di Veniexia; ma duroe poco, et tamen quivi era carestia di formento, come dirò di sotto.
[1498 01 17]A dì 17, per lettere di Roma, se intese che si tramava col pontifice, mediante l'orator nostro, che fusse fato trieva tra collonesi e Orsini et Conti per tutto il mexe di febraro.
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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1013 |
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