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      Di Damasco. Si ave aviso zercha quelle novità, et vidi una lettera di sier Piero da Molin di sier Hironimo a suo padre, di 14 dezembrio a l'alba, scrita in Damasco, e dice cussì: Ozi terzo zorno, vi scrissi cercha le cosse di questo diodar e signor di Alepo, il qual, zà do mexi qui acampadi si trovano. Eri, per messi vene dal Chajaro, dice haver lassato Carthibei Lacmar vien signor in questa terra, et Zambalath una zornada lontani di qui con exercito di 2000 schiavi et persone assai. Judichase, a la più longa, doman o l'altro, sarano qui, dove che, per tal caxon, dito diodar eri a meza note, con tute sue zente si levò di qui. Iudichasse etiam el signor d'Alepo con lui sia levato, che ancora certo non savemo, per esser da matina a bona hora. De dito signor, niente sapemo. Unde, questi di la terra e castello hanno fato gran festa. Judichasse diti habbi a tegnir la via di Baruto per andar a Tripoli, de che potria esser, nel transito suo de lì, facesse qualche danno. Et per questa cason, questa matina a l'alba impressa batando spazamo el presente messo a Baruto, per far intender ai fatori questa nuova, azò, zonzendo de lì tal exercito, siano cauti in far quelle provision si richiede per le robe de' marchadanti. Tutti ha uto contento una volta questo exercito sia de qui levato. È certo a tutti hanno dato grande molestia, per esser stato mexi do e più tutta questa terra intradita, che mai è stà aperte le botege, [887] né bazari, ma sempre è stata la terra in arme, et per i molti malfactori andavano atorno, né mori né franchi potevano parer su le strade, ai qual per forza era tolti i danari.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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