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      In questi giorni, el conte di Pitiano di caxa Orsina governador general di tutte le nostre gente, era a Gedi in brexana, intendendo li soi Orsini esser in travaglio per causa di colonesi loro nimici, mandoe a chieder licentia di andar in terra di Roma in ajuto di dicti soi parenti Orsini per recuperar lhoro terre, et poi ritornar a li servicii di la Signoria nostra, di la qual era et voleva esser perpetuo servitor etc. Ma nostri non volse concederli licentia, rispondendo provederiano di far conzar quelle diferentie. Et scriseno a Roma a l'orator dovesse persuader el pontifice a farli adatar. Et cussì el papa fé tramar trieve tra lhoro; ma quelle cosse erano in garbujo, perché Orsini sperava la venuta dil conte di Pitiano, et che la Signoria nostra li daria licentia, et haverano con lhoro Paulo et Vitelozo Vitelli et li Bajoni di Perosa, unde sarano superiori a' colonesi.
     
      [1498 04 29]A dì 29 april, vene lettere di Roma di 24. Come el pontifice havia fato retenir in castelo el vescovo di Calahora di natione yspano, era suo maestro di caxa, huomo vechio, el qual fue legato zà anni 4 in questa terra, imputandolo esser marano et di heresia, et che 'l manzava avanti el dicesse messa. Ma [950] questo fece il papa perché era richo, per tuorli di danari. Et li tolse ducati 10 milia di contanti, et 10 milia erano su banchi. Et cussì seguite di questo povero episcopo.
     
      Item, come intisi da alcuni venuti di Roma, che il pontifice feva merchadantie di formenti. Per Roma non voleva niun vendesse formenti se non li soi deputati.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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