[1498 06 18]A d́ 18 ditto, nel consejo di pregadi, inteso la Signoria nostra la verità di le cosse di Pisa et chome Thomà Zen si portava benissimo et la colpa era di Marco da Martinengo, preseno di non far proveditor et sospender ditta parte presa di far proveditor a Pisa nel pregadi antecedente, fino che di novo non si ponerà parte di farlo. Et fo scripto a Pisa in bona forma. Et è da saper, come in questa terra era solo uno orator pisano, videlicet Luca de' Lanti, et Andrea Lanferduzi era ritornato a Pisa con licentia di pisani.
Ancora è da saper, come per la Signoria nostra si tratava in questo tempo di acordar el ducha di Urbin a nostro stipendio et Bajoni di Perosa, et volevano adatar quelle diferentie, et judicho Alvise Sagudino, era a Rimano, si adoperi in queste pratiche. Et questo feno nostri per darli l'impresa di Pisa.
Vene in questa terra, a d́ 17 ditto, uno orator dil re di Napoli chiamato domino Andrea Caraffa cavalier, el qual era stato orator in Hungaria et ritornava a Napoli. Et fue in processione di San Vido col principe, et al pasto. Stete in questa terra 8 zorni, et si part́ per Napoli.
[1498 06 19]A d́ 19 ditto, andoe a la Signoria el conte Bernardin Fortebrazo condutier nostro fidelissimo, varito dil mal, ma in tutto non ben sano, offerendosi [993] ad andar in ogni loco dove comanderia la illustrissima Signoria, molto contento.
Da Milano. Come el ducha, a d́ 15, era partito per andar a Mantoa, et havia invitato el orator nostro, el qual non havendo ordine nostro, si havia fento non sentirsi.
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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1013 |
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