Lo qual perso, di brieve Vico si perderia, perché dicto bastion dominava Vico. Et di la crudeltà usata per i nimici in questi giorni in la Vale di Calze propinqua a Pisa, in la qual haveano dato il guasto, brusato li molini etc. più di ducati 20 milia.
Item, che Vico è solum mia 2 lontano di Pisa. Et cussì riferiteno il bisogno lhoro. A li qual fo risposto per el principe chome non li abandoneriano, et che haveano provisto et posto tal hordine che di brieve arebeno in campo più zente di quello hanno fiorentini, et non si dubitasseno che erano disposti nostri omnino di mantenerli in libertà, et che steseno di buon animo.
Et la sera, hessendo pregadi suso, vene lettere di Pisa di 31 a hore 18, come in quella hora haveano nova che i nimici, da poi bombardato il bastion di Vico et ruinato una parte per esser vechio et poco forte, li custodi terminono ponerli fuogo dentro e tirarse in Vico, et ivi sono bona custodia di fanterie et altri capi, et per el proveditor nostro li fo rifreschato 200 fanti. Or i nimici, visto arder il [1069] bastion, corseno ivi avanti el fusse compito di brusar, et reparono al meglio poteno, et ivi si feceno forti volendo acamparsi atorno Vico. La qual nova, licet cativa fusse, tamen nostri sempre dubitava, et perhò non ebbeno molto per cativa nova. Perhò, come nostri sarano fuori in campagna et zonto li pressidii, sarano signori et recupererano questi lochi.
Item, in questa sera, ritornoe a Pisa Jacomo da Pezole cognominato el Vechio stato per nome di pisani, come ho dicto, a la Signoria, et rimaseno li doy oratori.
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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1013 |
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