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      Dicono che 'l si solevò da 400 fanti, dicendo che, essendo roto quel muro, non volevano morir, et fezeno i pati sopraditi. Li nemici dicono di voler andar a campo a Cassina. Li haveremo dentro da 1000 fanti, capo Antonio di Fabri, con assai contestabeli. Tamen, se li vanno a campo, vedo i nostri far cussì mal il debito suo, che mi dubito che non starano molti zorni a finir quella impresa. Benché, se i nostri vorano far il dover e compirano un [1085] reparo largo passa do de teren e de legname, luntam da le mura passa cinque, con uno fosso et una caxa mata per canton che bate per fiancho, che ancor che habino butato le mure, li saria molto mazor forteza per rispeto di ditto reparo. L'altro zorno, andò el capitanio di le fantarie Jacomo di Tarsia et Gorlino con fanti 500 et fanti 300 de Cassina, et andono arente la Verucola ad una chiesia de San Michiel che lì haveano messo in forteza, ne la qual ne era fanti 200, contestabele Zen da Barza, et certi fanti di la compagnia de Borgo. Et el preseno, et conduseli tuti de qui. Zen è restato preson. Da poi, eri fu ferito in la gola da uno passador uno altro fradelo de Gurlin. Nui se maravigliamo che l'impresa di Piero di Medici non fazi divertir qualche parte de le gente nimiche. Siamo stati più volte con li cavali lizieri et con el governador verso Vico, per darli qualche puoco de favor, che non ha valesto nulla. È stà ferito qualche cavalo de li soi et nostri da schiopeti e passadori, perché lhoro erano de là da Arno et nui de qui.


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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1013

   





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