Vene in questa terra uno messo over ambasador dil Signor turcho, in questo zorno venuto prestissimo, con persone 6. Alozò a l'hostaria, secondo il consueto. La matina seguente fue in collegio. El qual perhò era messo dil bassà di la Morea, et veniva di Scutari per caxon, come dirò di soto, zoè, par che fuori de Antivari, dove era podestà Bernardo da Canal, seguisse certa novità di quelli albanesi con alcuni turchi over marchovichii, et ne fo morti certi turchi et poi alcuni de Antivari. Unde, el podestà fece retenir uno, perché el sanzacho di Scutari li scrisse che era seguito questo inconveniente, et che el dovesse advisar la causa, acciò el potesse advisar el suo Signor et saper si era bona paxe o no. E perhò, el dito sanzacho spazoe dicto suo messo in questa terra a far che la Signoria scrivesse al predito retor di Antivari facesse raxon in questo caxo etc. Et cussì andoe dicto messo in collegio, et referite quello havia a dir. Da poi disnar, in pregadi fo expedito con lettere al sanzacho, et etiam al prefato retor nostro, [1096] et abuto presente, si partì contento. Ma ben è vero che, per lettere di Corfù et d'altrove, se intendeva el Signor turcho mandava uno ambasador in questa terra per cosse de importantia, perché era stà instigato che la Signoria havea mandà oratori in Franza a far paxe et acordarsi a' lhoro danni, videlicet andar contra esso Turcho. El qual orator si aspectava. Et perhò nostri per avanti elexe Andrea Zanchani orator a lui, come ho scrito di sopra.
In questi giorni, per collegio, fono mandati tre contestabeli a Ravena a far 500 provisionati et andar con quelle zente in Val di Lamon, i quali capi fono questi: Perin di Luchi, Polo da Zara et Dario da l'Aquila.
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I Diarii
Tomo I - parte seconda
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1013 |
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