Et che per Mantoa tutti cridava Marco, Marco. Et che ivi era domino Cesar de Birago orator di Milano, che solicitava si acordasse con lui. Et tamen niun altro desiderio havìa se non di esser abrazato da questa illustrissima Signoria. Et sapientissime li fo risposto per il principe: et partito, andò alozar a San Zorzi.
[22][1498 10 09]
A dì 9 octubrio, in collegio, vene l'orator yspano a tuor licentia per ripatriar, qual l'altro zorno havìa mandato li capitoli di la cità di Pistoia havia con fiorentini, qual è assa' libertà; et che parendo a la Signoria redur Pisa soto fiorentini con questi capitoli, li bastava l'animo di adatar. Ma hessendo stà eri per li padri di collegio consigliato dicti capitoli, et visto erano subiecti et non liberi, che era cosa contraria a la intention nostra in questa materia, per el principe li fo risposto non esser a proposito, et che fiorentini non haveano voluntà di adatarsi, et che ringratiava sua magnificencia di la faticha habuta, et poiché fiorentini non voleano risolversi, si vederìa.
Vene uno orator nuovo dil ducha d'Urbin, chiamato domino Bortolomeo da Perosa, et presentò una lettera di credenza sotoscrita di man di esso ducha dicendo: schiavo, ducha d'Urbin. Qual venuto insieme con domino Machario, et sentati apresso il principe, expose molto longamente in excusation dil suo signor: concludendo quella impresa senza gran numero di fanti esser impossibile havesse bon exito. Et per el principe li fo sapientissime risposto, dicendo era zà sta mandà ducati 15 milia per far fanti, et non si mancherìa in tutto quello fusse di bisogno.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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