Da Ravena, di 26 a hore 23, narava quello havia da li proveditori in campo in la materia di Forlì, etiam scrisse l'opinion sua.
Di campo a Villafrancha, di 26 a hore 15. Come in quella matina si doveano levar, et haveano dato la trombeta per andar a Bibiena con tutto lo exercito; ma havendo riceputo lettera di la Signoria zercha l'impresa di Forlì, et comunichato con il ducha sollo, non laudano tal deliberation nostra per tre respeti: el primo per haver l'adito de l'impresa aperta per l'aquisto di Bibiena ch'è mia 24 da Fiorenza et 15 di la cità di Arezo: l'altra perché li Medici non lauderano questo, per non lassar l'impresa di Fiorenza dove voleano intrar et etiam l'Alviano, l'Orsino e Bajoni erano venuti a lhoro requisitione, benché hora fossero nostri conductori: la terza perché bisognava mazor exercito a voler strenzer Forlì, perché quello era lì non sia bastante, sì per esser la terra munita come per esser nimici lì intorno. Tamen, farìano quello si comandava, aspectando risposta. Et in questo mezo haveano mandato il signor Carlo Orsino con 100 homini d'arme et alcuni cavali lizieri in Casentino, per agumento de' li nostri, acciò tenisseno quel passo. Ancora mandono una lettera scrita per il signor Bortolomeo d'Alviano, de 24 a hore 18 al ducha de Urbino et a lhoro li advisava esser intrato in Bibiena et in la rocha a un trato con Julio di Medici, con uno stratagema [73] cridando marzocho, marzocho, etc. et fo consultato tra li savii quello si havesse a far, overo di seguir l'impresa di Bibiena, over la deliberation di poner el campo a Forlì, la qual opinion el principe nostro molto discutiva.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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