Opinion era di qualche uno di tuor ad ogni modo la dita imprexa per le raxon che sapientissime fono disputate, tamen andoe la parte et fu presa di largo, et fo expedite le lettere che judicio meo il meglio era esser restati a l'impresa di Forlì che andar dove andono, come dirò di soto; ma el pentir tardo a chi più sa più spiace. Et è da saper era a Ravena uno signor Antonio Maria di Ordelafi, olim signor di Forlì, qual ha provisione da la Signoria nostra, el qual perhò non è quel huomo si rechiederia. È maridato, ha la fiola di sier Etor Contarini per moglie, pur havea qualche partexano in Forlì, et nostri lo voleano meter in Signoria, caziando quella madona nimicissima nostra, la qual è di caxa sforcescha fo fiola natural dil ducha Galeazo, et moglie dil conte Hironimo de Riario, nepote di Sixto.
Ancora fo posto, a tento le gran spexe bisognava far, una decima al monte nuovo, con don di 4 per 100, et quelli harano pagato le do decime perse habino a raxon di 10 per cento di don: termine a pagarla per tutte li 15 novembrio proximo; ave niuna non sincera, 47 di no, 134 di la parte, et fu presa.
[1498 10 29]A dì 29 octubrio in colegio vene lettere di Ravena di 27. Quel podestà non lauda l'impresa di Forlì, et che a Forlì si facea gran preparamenti e [75] sbaravano le strade tajando li albori et facendo tajate; tamen quel populo aspeta la gratia di Dio; et che saria buono haver per amici Achile el Polidoro Tyberti da Cesena, qualli veriano volentiera con la Signoria nostra. Et che ivi a Ravena veniva zente dil campo nemico per non aver danari.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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