[1498 11 25]A dì 25 novembrio, domenega, in colegio, vene Morgante corier di Franza, con lettere di 15 da Bles de li oratori nostri in zifra, et un'altra lettera che si esso corier zonzeva in questo zorno a portar le lettere havesse ducati 25, et cussì li fono dati, le qual lettere erano di gran importanza: il sumario fo questo che sarà qui soto scripto, tamen non fu cavà di zifra fin la sera.
Di Franza, di oratori nostri. Prime, di 7, par replichate, tamen non si haveano abuto; poi di 15 novembrio date a Bles. Et quelle dì 7 scriveno non haver mandà li capitoli fati per il gran canzelier perché li se conteniva li 100 milia ducati da esser dati al re, et non volendo saria stato mal, et che il re havia dito quanto ai 100 milia ducati ben si acorderemo; vol le particularità di capitoli sia secreti. Et andati a corte da soa majestà, il re disse: "Magnifici oratori, che vi par dil marchexe di Mantoa? Ho lettere di 27 octubrio dil Triulzi, che 'l vene a Veniexia, tornò a Mantoa e rupe la fede." Risposeno essi oratori perché, nulla ancor sapevano: Sire, si cussì è, ha comesso un gran tradimento." Il re disse: "È un pazo e sempre fu tale; fata sarà la confederation nostra, si potrà castigarlo, inferendo la Signoria si potrà tuor il stado." Item, havia inteso veniva uno messo dil signor Lodovico per pratichar acordo e lo licentierà con vergogna, né lo aldiria; et che l'orator di Monferà li havea ditto quel Zuam Rosso piamontese chiamato monsignor di San Martin eri sera zonse qui con Zuam Piero milanese fratello di Philippo di Pietrasancta, el qual va publice monsignor di San Martin e l'altro incognito, et dito di San Martin à provision dil re in Aste.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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