Et havia scrito a Piero non si parti, et li a mandà uno disegno de alcuni castelli habi a tuor, et si la Signoria duri, harà carta biancha. Et eri l'orator di Ferara fo a li diece per nome dil suo signor a dirli come è molestato da la Signoria vadi a Venecia ad adatar le cosse, et lui non vol andar senza volontà lhoro, et che a questo la Signoria nostra solicitava, et che esso signor voleva prima condur le cosse lhoro a qualche effecto che venisse; et come Piero havea gran partesani, e venendo avanti li vederia; et come de lì alcuni di la soa secta dubitavano che Nerli con esso Piero facesse secta, et maxime quelli è con Milan, al qual ducha hanno richiesto danari, et vol non li sia dato risposta; dubita di non esser scoperto; conclude confortando non si lassi l'impresa per niente.
Da Ferara dil vicedomino, di 14. Come era venuto da lui uno fiorentino dil signor Galeoto da la Mirandola, come suo fiol stato a servicii di Fiorenza e Milan si voria aconzar con questa Signoria; et ha come il ducha di Milan da una banda trema, da l'altra dice haver la pace in le sue mano; tocha di la praticha di l'acordo menava Zuam Alberto da la Pigna.
E da poi disnar, in pregadi, fo posto parte per li consieri e savij di riconzar quella parte zercha li debitori debino pagar, la qual si dovea meter in gran consejo in questo modo, zoè: che per tutto questo presente mexe tutti li debitori di decime possino pagar senza pena, e passato siano mandati a palazo per debitori et publicati in pregadi a tre a tre per tessera, et da poi 8 zorni tutte le decime che sono ai governadori debino esser mandate a le cazude; et sia facto de li debitori el simile et astreti a pagar etc.; et cussì li debitori di le 30 et 25 per cento al Monte Nuovo.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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