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      Item, a la Bastia locho suo mia 18 da Corphù, si facea gran provisione di salnitrio e polvere. Mustapha Bei zenero dil Signor, sanzacho di la Valona, vol vegnir a uno suo loco mia 20 del Butintro chiamato Mesapotamo, e dava fama per discazar albanesi e ruinar la Zimera; unde ditto baylo à gran paura di questa ixola; voria 30 galie et qualche nave grossa, et a questo ostava le leze e propheti di haver armate; et crede si mete 200 turchi in terra ne porà meter 2000, et non crede verà a passar con ponte su bote, ma con palandarie farà passar li cavali. Quel locho di Corphù è uno Cajaro; homeni senza leze, et esser molti che ha più voglia di el xercula cha di bareta, et sono stati subditi dil Turcho, e la terra venendo le zente dentro non harà aqua per uno mexe; li mancha assai cosse, e senza armata non si porà tegnir, le mure non son compide, et se lui non havesse dato opera a quel turion, saria stà una scalla; pur ha reconzato un pocho, ma li mancha calzina, non ha danari. Item, esser venuto lì uno syriffo turcho; dice el bassà dia partir de Scopia a primo fevrer per vegnir a Mesapotamo, fa conzar a la Valona 40 navilii fuste et galie n.° 20 navigabili, 8 over 10 boni gripi, et a li 10 fevrer vol esser lì: vien per obviar albanesi; e Mustapha Bei è capitano di l'armata da velle 160 in suso. Dubita esso baylo non intravenga come fu a tempo di sier Nicolò Pixani, et come el mandò uno turcho per esser zudexe a li albanesi fuziva, et dice venendo a suo tempo non li lasserà star et li [234] remanderà tutti indrio.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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