De li ditti di 9. Come quel dì andono da sua majestà e li disse la cossa dil marchexe di Mantoa. El re rispose: "El castigeremo ben, el sarà in mezo di do potentie, et non vorà haverlo fato per la mità dil stado di la Signoria vostra"; poi li exposeno la continentia di la lettera abuta in materia ligae. Era con sua majestà questi: el cardinal Roam, el gran cancelier, el maraschalcho di Gine, monsignor di Lignì et domino Opizino Caza. Et dicto primo quanto a li 100 milia ducati molto longamente, et zercha haver e una e l'altra riva di Ada, parse al re aldir questo mal volentiera; et che il cardinal Roam qual favoriva fiorentini disse: "Parlemo di Pisa, la Signoria la meti nel re"; et parse a essi oratori el re non li piacesse fusse praticha di acordo di Pisa, quando li diseno era per acordarsi, et questo perché li oratori fiorentini siegue la corte. Or disseno molte parole e si levono, poi fono con li consejeri predicti per formar li capitoli, quali il gran canzelier havia destesi, non poteno haver copia, ma la substantia. Prima: in nomini Dei si fa confederation perpetua, tamen con beneplacito dil pontefice, qual si dà termine a intrar. Item, amici di amici, con questo non dagi [237] aiuto alcuna parte; non nomina Zenoa, ma rompendo a Milan, la Signoria habi 1500 homeni d'arme et 4000 fanti non sguizari, e voleva la Signoria fusse a questo obligà, ma non nominare quanta zente havesse il re; fo gran parole, tandem messeno questa medema quantità. Li oratori volea lanze 1500 et fanti 6000. Item, fono d'acordo di romper a un trato, et prima seguir l'impresa unitamente.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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