Da Ferrara, dil vicedomino di 20. Come mo terzo zorno era passato de lì el conte di Cajazo, stato fin hora a Forlì, et con gran pioza passoe con cavali 40, alozò in palazo dil ducha, ritorna a Milan. Mandò a visitar esso vicedomino dicendo da si feva questa visitatione, perché per li tempi corevano bisognava facesse cussì: lo ringratioe; et havia inteso che dicto conte volentiera si acosteria a la Signoria nostra. Item, mandoe lettere abute da Castel Nuovo, che veniva di Pisa.
Da Pisa, di proveditori di 11 et 13. Come stano mal senza danari, dubitano etc. Et parte di la compagnia di don Ferante erano partiti; et il zorno avanti in piaza era stà messo a sacho certo pam. Hanno voluto intender; è stati de quelli di don Ferante fiol dil ducha di Ferara, e de li primi di Ferara; non li hanno voluto far altro per esser homeni di conditione et perché sapeva si tratava acordo per via di quel ducha; et credevano per li tempi cativi le fuste non siano zonte. Et per la lettera di 13, come eri a mezo zorno, per la non aspetata, introno le fuste e portò li ducati 10 milia di Zenoa con lettere di Marco Bevazam secretario nì mandaria altri 2000; et che si stava una hora più a intrar in la Foze non hariano potuto intrar di questi 8 zorni, per la fortuna che vene. Idio li aiutò, tamen era pocha quantità a quello dieno haver quelle zente, ch'è page tre. Dimandano fusse provisto dil resto, perché havendo danari, non siando contratto, ricuseriano tutto il perso; et erano impazati per dover dar ducati 3000 ai citadini haveano tolto in prestedo; siché pregava fosse mandato il resto.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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