Da Milan di l'orator niuna altra cossa, se non che mandava letere abute da Turin dil secretario nostro che importava.
Da Turim, di Zuam Delze, di 23 in zifra. Come quel ducha havia mandato a Milan orator uno fiol dil thesorier general, et a Casale uno altro suo fratello fiol dil thesorier di Madama, et havia comesso a quel va Milan si dogli non sia dato ducati 12 milia a l'anno a madona Bona è in Franza, et la possessiom per il viver et li ducati 6000 per redurse ad habitar a Ferrara, la qual si volea partir da Liom et solecita di averli. Item, che monsignor di Castelvechio non era parso de lì, era stato amalato di colico grieve; etiam havia auto a mal per la privation di monsignor di Genoa suo zenero et dil suocero posto in loco suo monsignor di Zambles vicario de lì, e posto uno altro. Item, come scrisse quel monsignor de Ligona fo lì, et li do da Mantoa li andono driedo fino a pe' di monti, e non lo trovò come havia dito Zuam Rosso tornato di Franza che tornava a caxa sua. Item, monsignor di Zambra andava in Franza orator dil ducha con 60 cavali, et il presidente con 10 cavali, e come de lì continuava cavalchate da Milan [284] al suo orator era lì a Turim, el qual spesso va in castello e lui non poteva intender nulla di novo.
Del dito, di 24, pur in zifra. E mandoe una letera abuta da Placidio sta 4 dì a Casal, nel qual tempo vene una cavalchata di Franza, et eri zonse lì 12 cavali con do capi travestiti, non sa chi sia, vano in Franza: chi dicea è di Bentivoy da Bologna e chi dicea erano da Ferara, e porta danari in Franza.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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