Vene li miedegi di collegio di questa terra, exponendo, conzo sia che a tempo di le vachatiom mastro Zuam da l'Aquila, maestro Nicoleto, maestro Hironimo da Verona et maestro Cabriel Zerbi medici legevano a Padoa, venisseno a miedegar in questa terra; per tanto richiedevano nel tempo stevano dicti medici qui facesseno le angarie come lhoro, sì di pagar il medico in armada etc. Et li fu concesso, et cussì per la Signoria, consulente collegio, fo terminato in scritura.
Vene l'orator di Urbim dicendo eri haver dito stera 20 milia et havea equivochato, vol dir 2000, et per el principe li disse è pocho mal, et li pareva di novo la quantità che prima disse.
Vene l'orator di Milan: dicendo haver lettere dil suo signor. Come havia abuto a mal di le parole usoe in collegio Erasmo Brascha; quale afirmava non esser stà di suo voler haver ditto, né etiam nominato l'imperio, et li havea comesso dovesse recomandar esso ducha a la Signoria nostra et avisarla dil suo ben voler, et cussì lui orator afirmava che 'l suo signor vol asetar le cosse di Pisa et esser bon fiol di la Signoria. Li fo risposto per el principe, come haveamo creduto non fosse stà di mente dil suo signor, et semo certi li habi doluto tal parole, et si 'l sapesse anche altre parole che ditto domino Erasmo havia ditto più si doleria: et l'orator instò di saperle, et el principe non gele volse dir.
Vene uno messo di lo episcopo di Mantoa chiamato Francesco di Granoni suo comissario general, e presentò lettere di credenza sotoscrite Luduvicus episcopus mantuanus de Gonzaga date a Rivaruol a dì 4 zener, et si dolse de li tre savii in Rialto quali voleano far novità a uno suo loco fa col Castel Zufré, zoè per certa consientia etc.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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