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      Et esser stà preso uno spion dil Turcho che mandava a veder quello facea il re, qual preso ha confesato il suo Signor saper la Signoria et soa majestà esser insieme colegati, et molti signori d'Italia per soi oratori pregava ditto Turco a romper guera, et altre nove.
     
      [366] Dil conte di Melfe al principe preditto. Scrive molte cosse; et in conclusione el Turco a instantia di oratori di Napoli, Milan e fiorentini romperà a la Signoria, con armada di galie et nave in tutto velle 200, et dia ussir certissimo, di brieve.
     
      In questa matina sier Marchiò Trivixam savio dil consejo aricordò in collegio al principe: come si vendea per questa terra alcune frotole fate per la morte dil re di Franza in stampa, et era malfato, et fo ordinato a Alvixe Manente fusse tolto, e non si vedesse.
     
      Introe li cai di X e tutti fono mandati fuora, et lexeno tra le altre lettere alcune di Pisa a loro drizate di 16 di questo.
     
      Et havendo scripto di sopra che Ramazoto de Scargalasino bolognese contestabile nostro si havia ben portato contra inimici, qui soto sarà notado il sumario di una sua lettera scritta a Castel Delze a dì 19 a sier Zuam Paulo Gradenigo proveditor sora i stratioti era a Ravena. Et scrive come subito che 'l fu spazato da Marco di Santi andoe a la volta di Vergareto, che fo a dì 16, poi a dì 17 andono su le alpe e desfeno tutta la tagliata e conzono le vie, et a dì 18 se partiteno con 60 mulli cargi de vituarie per comission di ditto Marco et dil signor Astor Bajom: lui Ramazoto fu messo per la prima guardia e andò e prese il passo, et ivi aspectò tanto che gli altri veniseno suso con ditti mulli, dove passono inanti et lo lassoe retro guardia, imponendoli non si partisse fino a la lhoro tornata, et cussì fu dato poi la prima guardia a li perosini, et mulli acanto lhoro, et balestrieri dil signor Bortolo et li ascolani.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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