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      Et la Signoria, consultato col collegio, il principe ordinò una lettera a ditto podestà suspendesse dicta sententia, et comesso uno avogador andasse suso, tamen perché compiva presto non andoe, et poi nulla seguite.
     
      Vene Piero e Bernardo di Bibiena fratelli, con li qual fo conferido dil modo di socorer Bibiena, l'Averna e Montalone, et se andando nostri per la via di Bagno sarà buono et potrano andar con mancho dificultà: risposeno questa esser mior via.
     
      Vene quel messo de li do capitani francesi, et risposto per el principe non era tempo, ma con tempo si faria etc., bisognando.
     
      Da Ravena, di 23. Mandoe lettere abute de Sorbano di 21 dil conte di Sojano. Come la madona di Forlì vol mandar in campo a Spinello, loco suo, zente; voria aiuto etc. et è contento perder li soi lochi per amor di la Signoria nostra: e quelli condutieri è in gran bisogno; et ditto conte havia auto ducati 200 e li contestabeli 170. Zuam da Feltre era a la guardia di Charesto et il resto di quelli lochi. Et per uno messo di Benvenuto Aurelian, fiol di Zuam Filippo colateral, è stato lì a Sorbano, ha inteso il tutto; et che il signor Octavian fiol di la madona di Forlì dia vegnir a campo con 300 cavalli lizieri et 100 cavalli altri lì a Sorbano, e conclude non si à altro modo cha far corer su quel di Forlì per divertir. Et li condutieri scriveno esser do modi: o andar avanti come desperati et andando sarano roti, over levarsi de lì e venir verso Forlì a li confini.
     
      Da Fermo di sier Bacalario Zen el cavalier patricio nostro, di 7. Avisa haver inteso il ducha de Urbim esser asediato in Casentino, et come de lì si faria 1800 fin 2000 fanti et cavalli 200 fin 400 lizieri, tutti balestrieri e mandarli a la volta di [368] Fabriano, passar a Chausarin, poi a Perosa, poi per il lago a Cortona e Arezo per divertir inimici.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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