Item, disse che 'l marchexe andava in ajuto di suo cugnado ducha di Urbin e non contra, e sapeva certo, perché havea capitoli non andar imo di aiutar tre, zoè il ducha di Ferrara, il ducha di Urbin et Bologna. Da li savii fo riso, etc.
Vene l'orator di Milan dicendo il signor à bon voler, et che havia auto cativa note lui orator, per questa lettera havia inteso. Et per la venuta di domino Piero di Galarà, qual era zonto da lui in caxa questa note, havia anni 90, venuto a uno voto di Santa Lucia, et vien etiam a far reverentia al principe nostro. Poi disse: "Serenissimo principe, io dirò li pericoli de la guerra, e fè un longo discorso da sì, concludendo lui voria la Signoria mandasse il compromesso una volta in le man dil ducha di Ferara, et cussì farìano fiorentini, et si leveria offese, e troveria qualche sesto nel capitolo di la justicia". Et il principe li rispose a proposito: Come tutto era fato, si contentavano, et venisseno fiorentini e il suo signor cussì sincere come veniva questo stado. Et l'orator disse: scriveria al suo signor; si duol l'acordo non habi effecto: qual non ha colpa. Et disse sier Lunardo Loredam, procurator savio dil consejo: era preso in pregadi che 'l ducha di Ferara venisse qui con mandato di fiorentini et era fato il tutto, perché soa excellentia sapeva il voler nostro.
Vene l'orator di Pisa, Lucha di Lanti, dicendo haver lettere di soi signori. Come l'haveano revochato, et veniva do altri qui, quali erano zonti et verano doman in collegio, et lacrimando pregoe la Signoria facesse lettere a li proveditori dil suo bon portamento, et etiam a dicti signori, et come havia diece fioli et era servitor di questo excellentissimo stato, perpetuo, et etiam che li fusse dato ducati 500 havia speso dil suo in la zecha a Pisa, zoè fusse scritto ai pisani.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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