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      Da Vicenza di sier Francesco Foscari el cavalier podestà, di 6 hore 21. Come el conte di Pitiano era zonto lì, et sier Piero Balbi el cavalier capitano li vene contra, et alozò nel palazo di esso podestà, doman sarano a Padoa. Il conte va aliegramente e promete victoria, pur non si manchi di le provisione e di le vituarie; dice vol morir con la Signoria, e non servendo quella non vol più far l'arte di le arme.
     
      Di Udene di sier Domenigo Bollani luogotenente di la Patria. Zercha le lanze, sono facte, ma non le ha mandà per non haver danari.
     
      Di Lendenara di sier Vetor Pisani podestà, di 5. Si duol di la lettera scrita per la nostra Signoria a lui, et dil podestà di Ruigo che vol mandi il suo salario a Ruigo et poi mandarlo a tuor, et la comission sua vol si pagi lui, etc.
     
      Da Puola di sier Bortolo Calbo conte, di 27 zener. Dil zonzer lì de Zorzi Dragan con li altri per conzar le barze, et li custodi di quelle dimandano danari. Item, scrisse il capitolo dil miracolo, qual ho notato di sopra.
     
      In questo zorno, da poi disnar, fo fato la caza a San Marco, juxta il solito.
     
      [1499 02 08]A dì 8 fevrer, in collegio. Vene li cai di X con sier Marco da Molin et sier Tomà Mozenigo, et mandati [416] tutti fuora, steteno a parlar di le cosse dil banco di Garzoni, et quello havesseno a far, etc.
     
      Vene domino Piero di Galarà, vechio di anni 90, à una cavia tutta canua, qual va con una maza in man, vestito di damaschin numero cento, portava una cadena d'oro piccola soto la vesta per non esser cavalier, non vede bene; qual venuto qui per visitar Santa Lucia e poi va a Padova a visitar l'archa di Santo Antonio di Padoa per vodo, et vene insieme con l'orator di Milan episcopo; et andati di sora, et sentati apresso il principe, et li fo dato audientia publicha: qual presentoe una lettera di credenza dil ducha di Milan, data a dì 19 zener a Milan, et la mansione diceva Patri nostro carissimo, come mandava qui Petrus Galaratus consiliarius noster, et era optima lettera, la qual fo letta per il canzelier; et poi disse: come era stato qui per el ducha Francesco a tempo di madama Biancha, duce Francesco Foscari, et che havia amor a questa patria; et che venendo in questa terra, el suo signor li havia comesso debi acertar la Signoria nostra come havia grande ubligation a quella, et ch'è persuaso star in amor insieme; et desidera l'acordo di le cosse di Pisa: si oferiva e recomandava.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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