Item, per l'altra lettera, data a d́ 22 avosto, dimanda il pagamento di certe uve passe fo vendute per uno suo almadaro nominato Ulixes a Nepanto, a certi nostri merchadanti Vegia et Bonaza per ducati ... Item, dimanda sia dato l'almadaro Alogiosis, qual era a Parenzo fuzito di prexon, et questi almadari siano conduti a la sua Porta de l'imperio. Item, vol fosseno lassati cinque turchi, erano alias qui in prexon, qualli per avanti erano stà lassati. Et lecte dicte lettere, el prothoiero parloe, li fusse risposto e dato quanto il suo Signor havea richiesto. Et per il principe sapientissime li fo risposto, interprete Alvise Sagudino secretario in greco, licet lui intendeva il tutto: Primo, quanto a li danari erano stà mandati per el nostro orator al Signor, e la persona di l'almadaro era andà via, et questo fu facto per non darlo in le man, tamen si sapea dove fusse. Quanto a le uve passe di Nepanto, si faria lettere al rector di Nepanto, che questi tal havendo roba dovesse far satisfar. Quanto a quel almadaro di Parenzo, che come lui sapeva ben era scampato di prexon, et de li cinque turchi, benché meritavano la morte, tamen per amor de Fait bassà fono lassati. Poi confortoe esso [427] prothoiero a esser bon amico nostro etc. Et cusś fo expedito senza altro consulto, in quatro parole. Poi il prothoiero disse haver in comission dal Signor dimandar quelli danari fo tolti a Sinigaja andavano a Roma zà 4 anni; fo risposto nui non se impazar in questo. Item, dimanḍ che certi casali davano carazo al Signor, venuti ad habitar in lochi nostri, dovesseno esser facti ritornar subditi dil suo Signor, etc.