Vene l'orator di Napoli, avisando la Signoria haver lettere dil suo re li ordinava li comunichasse: come havia mandato il corpo di Giem sultam fratello al Turcho, rechiesto, havia feva armada a la Valona. Et intende feva armada ancora altrove per scorzizar terra di Otranto, et dice harą li porti di Otranto et Brandizo da la Signoria nostra. Et come la majestą dil suo re voria saper da questa Signoria, prima l'ajuto li vol dar venendo il Turco in Puja, et se li vol li porti. Fu mandato fuori et consultato di la risposta. Et poi, chiamato dentro, li fo dito per sier Polo Barbo consejer, licet ne fusse do pił vecchi consejeri di lui, quali non saveano etc. Et laudoe prima el re di haver dą il corpo dil fratello al Turcho, et dil resto si consejerą, et che la Signoria ama la soa majestą. Et in questa medema sustantia fo letto lettere venute di Napoli.
Da Napoli di Lunardo Anselmi consolo nostro, di 2 fevrer. Come era 4 zorni che 'l corpo dil fratello dil Turcho fue cavato dil Castel di l'Ovo, et era stą portą in una capsa di piombo coperta di brochą d'oro su le spale fin a Pogioreal, va poi in una careta, lo acompagna alcuni turchi: et il re lo manda a Costantinopoli dal Signor turcho.
Da Villafranca di sier Francesco Morexini dotor orator, di 4. Come il re l'havia dito de alcuni avisi abuti di Franza et da Turim, e dil matrimonio voleva far il ducha di Valenza in soa figliuola. E come esso re havia auto da la comunitą ducati 200, e si parte e va a Villafrancha.
Da Villafrancha dil ditto orator, di 4. Di coloquii fati col re in materia dil Turcho che facea armada, et li mandava il corpo di Giem sultam.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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