Vene l'orator di Urbim, dicendo el suo signor esser partito di Bibiena per necessità con salvoconduto, et è zonto a Pratiego, vol andar a Urbim a restaurarsi, et à ordinato a li soy non si parti di Bibiena in pena di la forcha, in 10 dì; et à ordinato al suo paese obedissa al conte de Pitiano; et come sarà varito vol exercitarsi.
[441] Vene Piero di Bibiena, e mostrò una lettera di Juliano de' Medici di 9 et 10 a lui drizata. Come el ducha si fè dir amalato, inteso el conte di Pitiano veniva, et che lui Juliano verà in le man de' inimici. Si racomanda a la Signoria, et è con Bernardo fratello di esso Piero di Bibiena ivi, et Juliano suo servitor, el resto di soi à mandato a Castel Delze. Et poi per la lettera di 10 dice: el ducha va doman con pochi, el resto restoe lì, et non potendo più, lui più presto che esser morto andarà a la ventura per salvarsi. Laudoe il soccorso sia mandato, zoè el conte vadi per Val di Bagno, e bisogna haver prima Santa Maria di Bagno, e le alpe è aspre, si trova Corezo e Camaldole etc. E questo disse esso Piero per opiniom sua.
In questa matina fo expedita la commission di sier Sigismondo di Cavali pagador con ducati 60 al mexe, mena con lui per scontro segondo Trivixam, e va questa sera via. Fo in collegio a tuor licentia. Item, Basilio da la Scuola vol molte cosse per far fuogi in campo. Et Marco da Novara contestabile, va a Carpi, vene in collegio, tochò la man al principe, va con bon cuor con li fanti soi.
Da Ravena, di 12. Come è schiopà quello facea la madona di Forlì, che havia tratato in Sojano per via di Malatesta fratello dil conte Lamberto.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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