Dil conte di Pitiano a la Signoria nostra, di 16, da Ravena. In conclusion vol 7000 fanti, danari non manchino, e sia fato salvoconduto a uno Polonio di Boni, č bandizā, qual voria fusse supra le munition.
     
      Di Franza de li oratori nostri di ultimo zener, data in Angier, castelo in la Franza. Come tutti li dimandava dil tardar di le nostre lettere, et fevano novi comenti, dicendo li oratori fono sta mandati per inganar il re, non verano mai a la conclusione. E che la princessa fia di re Fedrigo č in ferma opinion non voler il ducha di Valentinoes per marito; e uno prelato, č con ditto duca, ha fato querimona dil re, dicendo havia promesso al papa di fargela haver. Et il re rispose indignato haver promesso far il poder, li ā fato offerir per il cardinal Vincula la fia di sua sorela, ch'č sua neza fia dil conte di Foys, over la fia di monsignor di Albret; il ducha ā scrito a Roma et ā mandā una scritura sotoscrita per il Vincula come el re promete al papa non si accorderā mai con il re Federico senza saputa e consentimento suo, e si 'l re Federico non verā a l'acordo e composition, vol insieme col papa romperli guerra. E intendeno il ducha volea questo capitolo, in questo caso il re fusse ubligato ajutar il papa a romperli guerra, et li regii consejeri non volseno. Et il re ā scrito a li oratori di Napoli si voleno venir per cason dil matrimonio vengino, ma venendo per exponer comission o praticha di acordo non vengino, ma [449] dimorano fuora dil suo regno. Item, che il conte Opizim vene da essi nostri oratori, e fo avanti il re si partisse di Nantes, et li disse: come veniva da parte dil re; che era venuto uno noncio dil re di romani, volendo esser in accordo con soa majestā, li promete libero il duchato di Milan e parte dil stato di la Signoria, e il resto lo vol lui; e che il re non li ha risposto ma aspetava la risposta da la Signoria nostra.