[1499 03 06]A dì 6 marzo. In collegio vene domino Taliam da Carpi con suo fiol Contesino, partito da Ravena, exponendo era stato a Castel Delze, pregando li fosse dato danari per dar a la compagnia. Et el principe li disse era stà mal in hordine, tamen si faria; et fu comesso la soa expedition ai savii di terra ferma.
Vene l'orator di Milan, disse in consonantia di la lettera havessemo di l'orator nostro, zoè dil passo divedà per il signor di Faenza a l'ajuto andava a madona di Forlì, et volea saper il suo signor si questa era l'opinion nostra. El principe li rispose de sì, et che quela madona sarà batuda, perché non resta far il pezo la puol, et che 'l suo signor devedò etiam lui a' nostri il passo di la zente si volse mandar a Pisa, e non si dia doler.
Vene l'orator di Faenza, dimandando haver lettere dil suo signor, che pregava la Signoria mandasse danari per poter pagar quelle zente; et si racomandava. Risposto li fu: si daria danari etc.
Vene li do oratori pisani e disseno di quel greco venuto a Lucha per desviar stratioti. Item, quelli signori si scusano de' coriedi dati alias per monsignor di Andrages a Bortolo dil Tignoso, che fo una vella rota et una bombarda vechia e non altro.
Vene il marchexe Lunardo Malaspina con prè Ypolito noncio dil marchexe Cabriel di Fosdenovo: voriano zente. Et io zà havia dato al principe una lettera di Zuam Batista suo fiol, scriveva contra il padre; et li fo risposto si vedaria etc.
Vene uno savogin overo francese con lettere dil re di Franza a la Signoria recomandatorie: voleva veder alcune sue raxon per certi imprestidi li soi havea; fo ordinato vedesse etc.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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