[1499 03 16]A dì 16 marzo. In collegio: non fu il principe. Veneno li patroni di Barbaria sier Hironimo Capelo q. sier Carlo, sier Zuam di Garzoni de sier Marco et sier Jacomo Moro de sier Antonio, exponendo come si habino indusiato tanto, et non esser possibele possino andar a tempo de muda; per tanto rechiedevano a la Signoria fusse perlongà la muda. Et la Signoria comesse a nui savii ai ordeni li aldissemo, et cussì fono alditi, et pur ne parse di far alcuna cossa.
Da Pisa di proveditori, di 8. Come hessendo a Luca do per nome dil ducha di Milan desviavano stratioti, prometendo ducati 6 al mexe per uno, che la Signoria li deva solum ducati 3, per la qual cossa era scampato uno Costantin Dergori capo di 9 cavali, fo con la madona di Forlì, et un Botazin da Coron. Et che per nome di ditto ducha era stà dimandato a' luchesi alozamento per tre zorni a le zente, non l'hanno voluto dar per non far dispiacer a la Signoria nostra, et alozati in li borgi. Et quel Costantin preditto havia scritto una lettera a essi proveditori: dicendo quasi de voler tornar per esserli seguito li altri stratioti, e non haver abuto quello credeva haver. Et è da saper li stratioti di Pisa sono facti richi, et Sebastian da Pozo luchese disse ozi questi stratioti sono alochi, haveano remesso de qui molti danari. Item, ditti proveditori scriveno, quel zorno, a dì 8, esser morto misier Zuam da la Riva cavalier citadin da Verona condutier nostro di 100 cavali, era a Pisa, siché la sua compagnia, quella dil Martinengo, quella di misier Zuam Diedo et di Jacopo Sovergnam erano senza capi.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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