Vene lettere di Bibiena, di 12, et di Castel Delze di 14. In conclusione Bibiena sta mal si la non è socorsa, non hanno vituarie.
[1499 03 19]A dì 19 marzo. In collegio vene misier Zuane Lucha da Pontremolo, consejer et secretario dil ducha di Ferara primario, el qual è magro, someja el quondam reverendo domino Ermolao Barbaro, era vestito di veluto negro a la longa con becho, et sentato apresso il principe disse: haver visto il mandato de' fiorentini ai lhoro oratori, qual à do capi, vol che prima si prova come amici in adatar, poi far il compromesso, et che quello farà il ducha di Ferara si intendi compromesso; pertanto dimandava a la Signoria qual via li pareva il meglio che comandasse. Li fo risposto per il principe meravegliarsi di questo, et che nui andavemo realmente, tamen si consejeria. Et poi che li oratori fiorentini ebeno exposto fu mandato da esso ducha, Zacaria di Freschi secretario, a parlarli, con li qual havia tratato il tutto.
Vene poi li do oratori fiorentini vestiti di veluto alto e basso a manege ducal, fodra de lovi et barete il primo di scarlato et il secondo negra, et becheti di veluto negro; et era con lhoro Alexandro Acioli et Pandolpho Pandolphini vestiti di seda, che erano sumandatarii, et uno fiol di l'orator Soderini et alcuni nepoti; et vene con lhoro Francesco Banchi et Bortolo di Nerli, stano qui, et altri zentilhomeni nostri che li acompagnono; et sentati apresso il principe presentono la lettera di credenza. La mansion era Serenissimo et excelsissimo domino, domino Augustino Barbadico, duci venetiarum majori plurimum honorem, che prima tal parole non usavano.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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