Adeo in ditta lettera fiorentini mostrono sumision, et la sotoscrition di lhoro signori erano di sotto e non in mezo. Et poi leta dita lettera, Zuam Batista Redolphi cussì parloe: "La inclinatione naturale, l'antiqua amititia, Serenissimo Principe et Signori eminentissimi, li nostri excelsi signori son devotissimi a la Serenità Vostra (e tutti do si cavarono la bereta) et salutavano et confortavano per nome nostro la Vostra Serenità como fioli al padre, et sempre che si potesse levar via sti accidenti presenti, per la experientia di tempi passati et in guerra et in pace essendo insieme eseguiti opimi effecti, et una republica con l'altra son disposta in tutte quelle cosse che potessero convenire, come fioli col padre per il ben di stati; et havendo in questa occasion de Italia per voler sesarle, essendo di buono animo lhoro excelsi signori, et lo illustrissimo ducha di Ferara menando le pratiche et venendo a [535] Venecia ne scrisse sperava adatar, et lhoro excelsi signori, reputando esso ducha fiol di questa illustrissima Signoria et fratello lhoro, terminò mandar essi oratori qui per trovar qualche mezo per ben de Italia, et per far intender lhoro voler la pace con condition ragionevole et honeste, et hanno in comission di pregar la Vostra Serenità et excelso dominio vogli riguardar con bon ochio, salutando et confortando come fioli esso bon padre". Poi disse in quello ho manchato questo mio magnifico colega suplirà. Et poi parlò Paulo Anton Soderini et disse: "Benché el magnifico collega, mio Serenissimo Principe, habi satisfato abondantemente, nondimeno conforto et prego Vostra Signoria si degni in le occorentie voler cognoscer nostri excelsi signori per boni et obsequentissimi fioli, come sono stati sempre, mediante quali è sortiti boni e grandi effecti". Et fono mandati in palazo dil principe per consultar la risposta; et consultato el principe rispose sapientissimamente dicendo: "Domini oratores vui siate li ben venuti, di le salutation di vostri signori vi ringraciemo; quanto di l'amicitia antiqua, ve disemo sempre questa terra nostra con fiorentini è stata in bona amicitia, et a' vostri signori è tornà utele; quanto a Pisa sempre havemo dito non voler altro che mantener l'honor e la fede data, che sopra tutte le altre cosse extimemo; et al presente hessendo venuti col ducha di Ferara ch'è nostro fiol: sarete con soa excelentia perché da la Signoria nostra non mancherà la pace". Et cussì si partino di collegio.
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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia 1879
pagine 1144 |
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