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      Di Franza li oratori, di 15 marzo, date a Bles. Come eri fono col re; et sua majestà li disse che li oratori fiorentini ardevano di vedere le condition di la liga, et li rispose non dieno saper altro, salvo la publication si farà; et li disse che il cardinal Rohan li dirà il tutto a essi nostri oratori; et cussì poi fono con ditto cardinal, qual li disse diti oratori haver fato ogni cossa per saper li capitoli, li ha risposto non apartien a lhoro, et ch'è in quelle condition amici di amici e nemici de inimici, et che erano in amicitia [560] dil ducha di Milan, et che volendo intrar in la liga bisogna lassi tal amicitia; et risposeno non haver inimicitia con venitiani se non per Pisa. Et poi ditto Rohan li disse il re non è per far cossa contra la Signoria, et vui sete in amicitia con Milan che li tien Fracasso con zente; poi li dimandò si haveano mandato de intrar in la liga, risposeno di sì avanti la conclusion di la liga, ma poi fatta bisognava novo mandato, siché partino malcontenti. Item, li emuli di la Signoria non restava far nove machinatione con il roy, dicendo di la venuta dil ducha di Ferrara a Venecia con l'orator milanese, e dicono fin pocho sarà una liga tra la Signoria e li potentati de Italia; per tanto il gran canzelier voleva avanti si publica che si sottoscrivi a li capitoli per man di essi oratori et dil roy. Item, el cardinal Vincula a dì 13 partì per Avignon; li disse el re haverli ditto che per San Zuane, a dì 25 zugno, haria in Lombardia tra persone da cavalo e da piedi 25 milia; et che il re li disse a essi oratori nove de' sguizari, et che il re di romani era ocupado, e perhò era tempo abile di comenzar l'impresa, e che più li acende l'animo, e partido sarà de lì anderà a Lion, e sarà questo marzo, et li disse volea soa majestà bandizar di soi paesi li milanesi e zenoesi, e questo perché zenoesi non poleno star senza merchadantar in suo paese, e converà pigliar novo modo e condescender a la sua voluntà. Et che soa majestà li deteno do lettere, una l'andava a l'armirajo, l'altra al governador di Provenza, che trati ben nostri e fazi comandamento a tutti i navilij soi, tratino ben venitiani come se fosseno lhoro proprij; le qual lettere essi oratori le tolseno et le manderano prestissimo via.


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I Diarii
Tomo II - prima parte
di Marino Sanuto
Editore Visentini Venezia
1879 pagine 1144

   





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