Et poi in la terza lettera scriveno pisani non voleno per niente patir, vol vender el suo a pizoli 16 et 18 per lira, e li danari poner a Venecia over brusar più presto la cità che mai ritornar soto fiorentini.
     
      Di sier Vicenzo Valier proveditor sora i stratioti da Pisa, di 15. A la Signoria in questa materia, che è una compasion ritrovarsi lì, per le lacrime, etc. Et che stratioti voleano partir, quali per tre zorni era stà fati dimorar.
     
      Di pisani di 15 a la Signoria nostra. Una lettera ben ditata soto scripta justa il consueto servitores antiani, vexilifer justitiae, populi et comunis pisarum. Come havendo intera la non meno injusta cha iniqua sententia tutti pianzeno per esser stà dati in preda a li nimizi lhoro, et voleno più presto lassar Pisa e vender il suo a piccoli 16 et 18 per lira, che già poteno haver pizoli 30 per lira da' fiorentini et mior pati, et irsene altrove ad habitare o a Venecia: perhò suplicano la Signoria nostra si degni far pagar a' fiorentini li ditti beni lhoro, non volino patir lo excidio et vilipesa morte maxime rispeto a l'onor di la Signoria nostra, per la fede li fu data, e voleno morir sempre per San Marco, per tanto donano a la Signoria la vita, le done, li fioli, la facultà et la terra.
     
      [633] Et in la lettera di sopra di proveditori par che certi fiorentini erano zà venuti a Lucha per venir ad habitar a Pisa.
     
      Di sier Domenego Malipiero proveditor di l'armada, date in galia a dì 15. Come eri si levò per la peste et havease tirato con le galie a la Bastia in la Foze, maxime etiam vedendo il populo indiavolato, et anderà a Porto Venere con le 4 galie insieme per tuor armizi, et harà li ducati 1000 di la fede di danari, et a Pisa restava biscoti cantera 600 abuti per il merchà fece Marco Bevazam a Zenoa con domino Theodoro di Fornari: per tanto volendo far cargar questo su le galie non porà andar a levar quello a Palermo, come per la Signoria nostra li era stà scripto.